Circolari dello studio

L'incentivo si rivolge a tutti gli edifici realizzati prima del 1970 (se giudicati critici, fino al 1985).

Un importante incentivo riguarda il bonus Arera (Autorità per l’energia e l’ambiente) per l’ammodernamento delle colonne montanti, cioè le linee di cavi che vanno dai contatori elettrici alle singole unità immobiliari. Il bonus riguarda tutti gli edifici realizzati prima del 1970 e quelli fino al 1985 giudicati critici. La fase sperimentale della regolazione durerà 3 anni, dal 1.01.2020 al 31.12.2022: per essere agevolati, quindi, i lavori devono essere effettuati dal condominio tra il 2020 e il 2022. Il contributo varia da € 400 a € 600 per piano e da € 700 a € 900 per utenza. Un ulteriore bonus di € 300 è previsto se in occasione dei lavori il condominio decide anche di centralizzare tutti i misuratori in un unico vano. Il contributo viene erogato se i lavori edili vengono svolti direttamente dal condominio, differenziato in relazione al tipo di finitura presente. I collegamenti resteranno di proprietà del condominio. Le imprese dovranno definire entro il 30.06.2020, una versione sperimentale di contratto-tipo. Al condominio (che dovrà conservare la documentazione sui costi sostenuti) saranno riconosciuti i dovuti rimborsi, erogati direttamente dal distributore.

L’ANNO DEL CONDOMINIO – BONUS AL 90%

E’ stato confermato nella Legge di Bilancio 2020 il nuovo Bonus facciata, con lo scopo di dare un nuovo volto alle città italiane. Sarà infatti nella nuova legge di bilancio 2020 che verrà inserito il Bonus per la ristrutturazione e il rifacimento degli edifici esterni.

Grazie a questo incentivo, i proprietari gli immobili e i condomini potranno beneficiare della detrazione del 90% delle spese sostenute per il rifacimento delle facciate esterne e dei giardini, che si accompagna al Sismabonus e all’Ecobonus.

Entrando nello specifico, per poter beneficiare della detrazione del 90% delle spese di ristrutturazione delle facciate si dovrà attendere il 1° gennaio 2020.

La nuova misura non richiederà particolari concessioni edilizie, ma una circolare dell’Agenzia delle Entrate, attesa per l’inizio del nuovo anno, elencherà in maniera dettagliata la tipologia di interventi edilizi che daranno diritto alle detrazioni. Inoltre, questa misura nonandrà in contrasto con le altre detrazioni previste per l’efficientamento energetico degli immobili. Le due misure sono infatti cumulabili tra loro; questo significa che, il proprietario di casa potrà nello stesso momento provvedere al rifacimento della facciata esterna e degli impianti energetici. Per i primi si ha la detrazione del 90% delle spese effettuate, senza limiti, per i secondi la detrazione del 65%, per l’intero 2020.

A rendere ancora più interessanteil Bonus facciate il fatto che la misura riguarderà anche i lavori di manutenzione ordinaria, come la semplice tinteggiatura delle pareti esterne degli edifici. Non sono previsti, ad oggi, limiti di spesa e, in sostanza, il contribuente potrà detrarre il totale dell'importo sostenuto per i lavori.

Facendo un riepilogo dei punti salienti del nuovo Bonus troviamo:

  • Detrazione delle spese pari al 90%;
  • Mancanza di limiti di spesa;
  • Riconoscimento anche in caso di manutenzione ordinaria (es. ritinteggiatura);
  • Cumulabilità con altre misure di risparmio energetico.

Trovano spazio anche nella manovra 2020 altri due bonus previsti già in passato. Primo tra questi il sismabonus, che riguarda la messa in sicurezza delle abitazioni che si trovano in zone a rischio sismico. Le detrazioni, che possono arrivare anche fino all'85% della spesa, saranno in vigore fino al 2021. Discorso simile per l'ecobonus condominiale, con sconti dal 70% al 75% per i lavori sulle parti comuni del condominio. Ricordiamo che per usufruire di tutte le agevolazioni relative ai lavori in casa è obbligatorio effettuare pagamenti tracciabili e conservare la relativa documentazione.

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Le Reti d’impresa: un’opportunità per le PMI da sfruttare

Essere imprenditori è una vera missione. Oggi ancor di più perché il vero imprenditore deve stare al passo con i tempi e con il progresso tecnologico che è velocissimo. Il nuovo scenario tecnologico sta modificando i rapporti tra le aziende favorendo e intensificando le relazioni fra di loro. La capacità di innovare è un elemento determinante per costruire e rafforzare il vantaggio competitivo che oggi deve essere globale (si concorre su di un mercato mondiale). Altrettanto importante è il modello di governance adottato per promuovere e potenziare la capacità d’innovazione anche attraverso la costituzione di reti di imprese. La capacità d’innovazione delle PMI è ovviamente più forte se le aziende si aggregano in rete e se nell’ambito di queste reti è presente la figura del manager di rete. In un mercato globalizzato, le dimensioni ridotte delle imprese italiane riducono la competitività soprattutto nelle funzioni in cui la dimensione organizzativa è decisiva, come l'innovazione e l’internazionalizzazione. Le conseguenze di avere un tessuto imprenditoriale costituito da aziende di piccole dimensioni comporta una serie di conseguenze negative. Dal punto di vista più ampio del mercato, manca un sufficiente sviluppo dell'innovazione tecnologica, c’è poca capacità di penetrare i mercati internazionali ed il sistema finanziario è esposto al maggior rischio di razionamento del credito con conseguenti bassi valori di rating assegnati. Dal punto di vista dell’impresa si aggiungono altri problemi cronici, quali le difficoltà legate al ricambio generazionale, le limitate competenze professionali specializzate e le risorse finanziarie limitate. Oggi l’imprenditore italiano è geloso della propria attività e spesso non riesce a cedere alcuni poteri decisionali a manager specializzati. Le reti di impresa potrebbero essere un veicolo organizzativo aziendale che possa permettere un’adeguata crescita delle imprese rispetto ai nuovi mercati più dinamici e competitivi da affrontare. Una rete di imprese è un insieme di aziende, giuridicamente autonome, che si impegnano a realizzare congiuntamente la produzione e/o a condividere investimenti in R&S, formazione e marketing, mediante la stipula di contratti con lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato, anche internazionale. La formalizzazione della collaborazione con un contratto di rete consente alle imprese di realizzare progetti condivisi specifici e raggiungere obiettivi strategici (innovazione e competitività), pur mantenendo la propria individualità, autonomia e specializzazione. Insieme le imprese possono collaborare in forme e in aree predeterminate relative all'esercizio delle loro attività sulla base di un comune programma di rete (che precisa le attività e gli investimenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi pianificati) da attuare con risorse dedicate (fondo comune della rete) e attraverso l’intervento di un organo comune, anche collegiale, che rappresenta la rete nei rapporti con i terzi ed è responsabile dell'esecuzione del contratto. Il modello organizzativo reticolare consentirebbe alle PMI in rete:

  • di implementare strategie e operare sui mercati con la competitività di un'impresa medio-grande senza sacrificare la loro autonomia e flessibilità;
  • di attuare processi di apprendimento collettivo e ridurre l'incertezza, di creare e condividere risorse e conoscenze beneficiando di economie di scala senza gli svantaggi della grande dimensione;
  • di conseguire migliori performance in termini di aumento del fatturato e di incremento degli investimenti con riduzione dei costi e di rischio operativo;
  • di migliorare il merito di credito, soprattutto se l'organizzazione della rete è stabile, pianificata ed efficacemente governata e se le banche sono in grado di valutare il sistema organizzativo della rete;

Le reti-contratto si caratterizzano per una struttura organizzativa semplificata in base alla quale le imprese ‘retiste’ si impegnano ad attuare il programma di rete e gli atti compiuti nell'esecuzione di tale programma da parte dell’organo comune producono i loro effetti direttamente in capo ai partecipanti alla rete sia dal punto di vista giuridico che fiscale.

Le reti-soggetto, invece, prevedono una struttura più complessa (dotazione di un fondo patrimoniale separato ascrivibile alla rete, operatività di un organismo di gestione comune, registrazione del contratto nel registro delle Imprese) dal momento che la rete in quanto tale costituisce un nuovo soggetto, dotato di autonomia giuridica e soggettività tributaria indipendente rispetto alle singole imprese che hanno sottoscritto il contratto di rete. Nel corso del tempo, il quadro normativo sui contratti di rete aziendale è stato integrato e migliorato al fine di migliorarne l'attrattiva e incoraggiarne la diffusione. I numeri evidenziano l'affermazione graduale del contratto di rete come strumento per la programmazione e la disciplina della collaborazione strategica tra le imprese, ma anche come un importante strumento di politica industriale accolto con interesse dalle imprese italiane. Il nostro studio di consulenza è a disposizione per assistere gli imprenditori che volessero dare una svolta alla loro vita aziendale modificando le prospettive di innovazione e di mercato della loro piccola impresa, ma conservando nello stesso tempo la propria identità mediante lo strumento delle Reti di impresa.

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