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Scopri il credito d'imposta per finanziare l'innovazione per la tua impresa!

Il credito d’imposta per il sostenimento di spese in ricerca e sviluppo è un’agevolazione introdotta nel 2013 con Decreto Legge 145/2013 al fine di stimolare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti e garantire la competitività futura delle imprese. Nonostante tale agevolazione sia stata introdotta ben 6 anni fa, ad oggi risulta ancora poco conosciuta ed approfondita. Di seguito alcune informazioni per capirne di più.

A chi è rivolto?

• Tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (imprese, enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa), indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano;

• Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgono attività di Ricerca e Sviluppo in proprio o commissionano attività di Ricerca e Sviluppo;

• Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgono attività di Ricerca e Sviluppo su commissione da parte di imprese residenti all’estero.

Cosa si intende per investimenti in Ricerca e Sviluppo

Sono agevolabili tutte le spese relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: costi per personale altamente qualificato e tecnico, contratti di ricerca con università, enti di ricerca, imprese, start up e PMI innovative, quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, competenze tecniche e privative industriali. Sono altresì incluse spese sostenute da imprese operanti nel settore del tessile e della moda per l’ideazione e la realizzazione di nuovi campionari non destinati alla vendita, nonché all’innovazione dei materiali o delle tecniche di lavorazione.

Sono invece escluse le spese sostenute per modifiche ordinarie o periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anche quando tali modifiche rappresentino dei miglioramenti.

Quali vantaggi

Viene concesso un credito d’imposta fino al 50% delle spese incrementali in Ricerca e Sviluppo, riconosciuto per un massimo annuale di 20 milioni di euro per beneficiario, calcolato su una base fissa data dalla media delle spese in Ricerca e Sviluppo nel triennio 2012-2014.

La misura è applicabile per le spese in Ricerca e Sviluppo sostenute nel periodo 2017-2020.

Come ottenerlo

Il credito d’imposta sarà automaticamente riconosciuto con l’inserimento in bilancio delle spese di Ricerca e Sviluppo e nella dichiarazione dei redditi al quadro RU. Inoltre sussiste l’obbligo di certificazione delle spese sostenute con una perizia di un dottore commercialista e revisore contabile.

Utilizzo

Il credito d’imposta potrà essere utilizzato dal momento in cui il professionista appone la marca temporale sulla certificazione delle spese. E’ possibile la compensazione orizzontale del credito in F24 con qualsiasi tipo di tributo di natura fiscale e previdenziale.

Lo Studio Piscicelli De Felice, grazie al suo team di professionisti, ha già fornito la propria consulenza a diverse imprese a partire dalla fase di pianificazione degli investimenti, fino alla corretta riclassificazione in bilancio delle spese in oggetto, nonché alla predisposizione della perizia di certificazione delle spese.

L’anno 2020 al momento, salvo proroghe, è l’ultima annualità in cui è possibile approfittare dell’agevolazione. Chiedi subito la consulenza adatta alle tue esigenze!

 

Dott. Alfonso Arnone

Risparmiare tasse si può (ed è legale!)

Se è vero che il nostro Paese primeggia in termini di pressione fiscale, è altrettanto vero che l’ordinamento giuridico pone spesso a disposizione dei contribuenti delle opportunità da poter cogliere per risparmiare un bel po’ di tasse. Un esempio su tutti è rappresentato dalla rivalutazione di terreni e quote di partecipazione societarie rivolta ai possessori di terreni e di partecipazioni in società non quotate. La rivalutazione "annienta" la tassazione delle plusvalenze emergenti in sede di cessione di terreni e quote di partecipazione in società di persone e/o di capitali. In altri termini, l'attuale sistema normativo prevede che la plusvalenza (differenza fra prezzo di vendita e costo d'acquisto/valore nominale della quote sociali) debba essere assoggettata al pagamento di un'imposta sostitutiva del 26%. Se un contribuente vende una quota di partecipazione del valore nominale pari ad € 10.000,00 ad un prezzo di cessione pari ad € 110.000,00, realizza una plusvalenza di € 100.000,00, e dovrà pagare all'Erario un'imposta di € 26.000,00. Attraverso la preventiva operazione di rivalutazione della quota oggetto di cessione si può usufruire di un notevole vantaggio fiscale attraverso l'abbattimento dell'aliquota al 10% (calcolata sul valore rivalutato). Dunque, nell'esempio posto, lo stesso contribuente venditore pagherà, grazie alla rivalutazione della sua quota a € 110.000,00 (prezzo di cessione), un'imposta sostitutiva pari ad € 11.000,00, conseguendo così un ingente risparmio fiscale, pari a € 15.000,00. La rivalutazione delle quote di partecipazione richiede l'obbligo di redazione di una perizia di stima effettuata da un professionista abilitato che attribuisca il valore della quota, rivalutato attraverso l'applicazione di principi e considerazioni di carattere patrimoniale e reddituale, relativi alla società di cui si dispongono le quote. Acquisisce dunque un ruolo fondamentale la figura del professionista prescelto, che deve disporre dell'adeguata preparazione contabile e giuridica, al fine di rideterminare il valore delle quote in modo corretto e soprattutto insindacabile! Nell'ultimo biennio, unitamente ai miei preziosissimi partner di studio, abbiamo curato operazioni di compravendita di quote sociali per un valore di cessione complessivamente pari ad oltre 5 milioni di euro, ricorrendo ove possibile, all'istituto di "rivalutazione delle quote". Per effetto di tale istituto i nostri clienti hanno potuto beneficiare di un ingente risparmio fiscale che abbiamo stimato in circa € 435.000,00. Il miglior modo per pagare meno tasse è conoscere alla lettera ogni cavillo, appiglio e normativa che permetta di avvalerci di qualsiasi facilitazione fiscale, senza mai trascendere nell’evasione o elusione che sono un po’ come le bugie, hanno le gambe corte e prima o poi vengono scoperte. E allora quello che hai risparmiato in modo fraudolento potrebbe trasformasi in un’amara sorpresa!

Dr. Piscicelli Andrea

 Nel nostro paese le iniziative per agevolare le aziende non sono molto frequenti ma esistono.

Tra gli strumenti validi che il legislatore ha messo a disposizione negli ultimi tempi è sicuramente da segnalare la possibilità di fruire dei crediti d’imposta.

Con la Legge di stabilità 2016 (Legge n.208/2015) è stato introdotto, per gli anni dal 2016 al 2019, un credito di imposta a favore delle imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

 

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