Coronavirus, ora spaventa l’impatto sull’economia
Federturismo: solo dalle gite, un danno da 316 milioni. Agis: in una settimana persi 10 milioni di euro. Confesercenti: a rischio 60 mila posti di lavoro, pericolo chiusura per 15 mila imprese
L'emergenza da coronavirus rischia di avere un impatto elevatissimo sull'economia. L’ultimo effetto è quello legato al Salone del Mobile di Milano che da fine aprile è stato rinviato a giugno, dal 16 al 21.
In generale Confesercenti ha calcolato una perdita di circa 3,9 miliardi di consumi, "una stima conservativa, basata sull'ipotesi di una crisi limitata" dice l’associazione.
Confesercenti: a rischio 60 mila posti di lavoro
La frenata dei consumi, afferma l'associazione in vista del vertice previsto per oggi pomeriggio al Mise, avrà conseguenze pesanti sul tessuto imprenditoriale: potrebbe portare alla chiusura di circa 15 mila piccole imprese in tutti i settori, dalla ristorazione alla ricettività, passando per il settore distributivo ed i servizi. L'impatto sull'occupazione potrebbe superare i 60mila posti di lavoro.
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La situazione è particolarmente grave nel turismo: «il comparto - afferma Confesercenti - è già in zona rossa, con le attività ricettive travolte da un diluvio di disdette, e la stagione primaverile, che vale il 30% circa del fatturato totale annuo del turismo, appare seriamente compromessa, con la prospettiva di ulteriori danni non solo per alberghi e bed & breakfast, ma anche bar, ristoranti e attività commerciali». «L'impatto dell'emergenza sull'economia può essere altissimo. Bisogna agire in fretta, e bene, per limitare i danni. I cali di viaggiatori registrati negli ultimi quattro giorni lasciano pensare il peggio: se continua così a lungo, centinaia di imprese, dagli alberghi alle attività commerciali, rischiano di saltare - dichiara la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise - Servono interventi straordinari: al tavolo del Mise con il Ministro Stefano Patuanelli, oggi, chiederemo di trattare tutte le imprese turistiche come se fossero nella zona rossa, estendendo loro la sospensione dei pagamenti, dai versamenti contributivi a muti e bollette, e pensando a forme di welfare per non lasciare a terra i lavoratori e gli imprenditori. Ma bisogna prepararsi a misure d'emergenza anche per ristoranti ed attività commerciali».
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Federturismo: solo dalle gite, un danno da 316 milioni
«In 48 ore siamo diventati un Paese non sicuro in cui è meglio non venire e da cui è meglio non accogliere viaggiatori. Stiamo facendo al nostro turismo danni inestimabili. Solo il settore delle gite scolastiche muove un business da 316 milioni ma è la punta dell'iceberg. Stiamo annullando ogni manifestazione, ogni convegno, ogni vacanza non solo nelle zone focolaio ma in tutte le regioni italiane anche quelle dove non c'è nessun caso. Sono purtroppo coinvolti tutti settori dell'attività produttiva (alberghi, ristoranti, tour operator, trasporti ma anche parchi a temi, meeting industry etc)». A fare il punto con l'Ansa degli effetti della situazione coronavirus in continuo peggioramento per il settore turismo è la vicepresidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli.
Agis: in una settimana persi 10 milioni di euro
Per lo spettacolo dal vivo, la settimana di chiusura (dallo scorso weekend fino al prossimo 1 marzo) dei luoghi di spettacolo situati nelle Regioni colpite dai casi di contagio del coronavirus provocherà un perdita economica di oltre 10 milioni di euro, diretta causa della cancellazione di 7.400 spettacoli. E' quanto emerge da una prima stima fornita da Agis - Associazione Generale Italiana dello Spettacolo ed elaborata sui dati Siae. «Una perdita in termini economici estremamente pesante, per far fronte alla quale, nella giornata di ieri, Agis ha indirizzato al ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini - si legge in una nota - una lettera in cui viene richiesta, con la massima urgenza, l'apertura di uno 'stato di crisi' con l'obiettivo di adottare quanto prima provvedimenti e misure a sostegno di un settore in questi giorni gravemente penalizzato».
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E' allarme cinema, giù incassi e uscite rinviate
Incassi in picchiata nelle sale, uscite rinviate a data da destinarsi, dal nuovo Verdone al Ligabue di Diritti: l'effetto coronavirus pesa anche sul cinema, che vede bruscamente interrotta la tendenza positiva registrata dal mercato lo scorso anno e nelle prime settimane del 2020. Nel week end il box office ha lasciato sul terreno il 44% rispetto a una settimana fa, perdendo 4,4 milioni di euro (e 2,4 milioni sull'analogo fine settimana del 2019). Particolarmente critico il bilancio di domenica, giornata clou per gli incassi settimanali: -673mila euro rispetto a sabato, quasi 2 milioni persi sulla domenica precedente, 1,6 milioni su un anno fa. Un effetto immediato della chiusura delle sale nelle regioni coinvolte dall'emergenza (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), vale a dire ben 850 schermi su un totale di 1830. Ma anche della paura del contagio: fatta eccezione per Molise, Puglia e Basilicata, domenica gli incassi sono andati giù un po' ovunque, con un -31% nel Lazio, -20% in Umbria, -12% in Liguria, -29% in Valle d'Aosta, stando alla radiografia del Cinetel. E certo non promette bene la raffica di rinvii: non arriverà in sala il 27 febbraio, come annunciato, Volevo nascondermi, l'atteso film di Giorgio Diritti con Elio Germano nei panni del pittore Ligabue, appena applaudito a Berlino, né Si vive una vola sola, il nuovo film di e con Carlo Verdone.
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Rinviati al momento sine die anche i cartoon Lupin III - The First, la versione in computer grafica del personaggio di Monkey Punch, diretta da Takashi Yamazaki, e Arctic - Un'avventura glaciale; Dopo il matrimonio, storia di perdita e rinascita con Michelle Williams e il premio Oscar Julianne Moore, e ancora Cambio tutto, nuova commedia di Guido Chiesa con Valentina Lodovini e Neri Marcorè (annunciata per il 5 marzo). Non 'smontano', al momento, Doppio sospetto, noir hitchcockiano diretto da Olivier Masset-Depasse (27 febbraio) e il cartone Disney Onward - Oltre la magia (5 marzo), così come è regolarmente programmato (dove possibile) Salvo amato, Livia mia, il nuovo episodio del Commissario Montalbano eccezionalmente in anteprima al cinema il 24, 25 e 26 febbraio prima di approdare su Rai1. Se il presidente dell'Anica, Francesco Rutelli, ha sottolineato il senso di responsabilità con cui l'industria si è adeguata alle misure per fronteggiare l'emergenza, pur evidenziando le "conseguenze economiche significative", Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) e Federvivo hanno chiesto al ministro della Cultura Franceschini di aprire uno "stato di crisi" per il settore. "Il blocco di ogni attività nelle regioni del Nord Italia sta generando infatti un impatto economico estremamente negativo, tanto per il crollo dei ricavi da bigliettazione quanto per la drastica riduzione delle paghe degli addetti del settore", hanno scritto in una lettera aperta, invocando "adeguate risorse" e "provvedimenti normativi che evitino qualsiasi penalizzazione". Prova a lanciare un messaggio positivo Mario Lorini, presidente dell'Anec, l'associazione degli esercenti: «Giustamente ci siamo adeguati alle disposizioni di chiusura delle sale nelle regioni interessate dall'emergenza, e siamo pronti a prendere atto di eventuali sviluppi. Ma altrove stiamo invitando tutti gli esercenti a lasciare le sale aperte: siamo da sempre luoghi di intrattenimento dove si trascorre volentieri il tempo libero e dove si decide di andare se si sta bene e si ha voglia di uscire, visto che ci sono decine di forme di intrattenimento alternative. E' vero, stanno slittando alcuni film molto attesi: ma una settimana fa è arrivato in sala un plotone di titoli interessanti. Pur restando ancorati, giorno per giorno, alla realtà, vogliamo dare un segnale di sicurezza e di tranquillità a un Paese che deve reagire».
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Giro d’affari gel igienizzanti mani +827%
Tra gli impatti sull’economia, com’era ovvio, si registrano grandi incrementi nel settore degli igienizzanti. Su tutti, colpisce il dato di vendite dei gel igienizzanti per le mani: solo nelle prime sei settimane dell'anno si sono vendute più di 900mila confezioni nella grande distribuzione, pari a un fatturato di 2,5 milioni di euro, nove volte in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Secondo i dati dell'Istituto globale di misurazione e analisi dati Nielsen, il "sellout" è stato di 900mila confezioni e il fatturato di questo segmento di prodotto ha messo a segno una crescita dell'827% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Entro fine febbraio, dopo le razzie in supermercati e discount, è previsto un milione di pezzi venduti.